domenica 23 novembre 2008

Elezioni primarie della Giovanile Democratica della Spezia

Di seguito trovate i risultati delle elezioni primarie di Venerdì 21 novembre.
Si tratta, ovviamente, dei risultati della Provincia della Spezia.

Per i dati nazionali bisognerà attendere fino a Lunedì.

Anche se a livello nazionale i dati provvisori danno:
Raciti al 72%
Innocenzi al 12%
Marini all'8%
Bruno al 7%

I dati presentati di seguito saranno ufficializzati nella giornata di domani, dopo un ulteriore controllo da parte del comitato elettorale.

RISULTATI COSTITUENTE REGIONALE


RISULTATI COSTITUENTE NAZIONALE


RISULTATI SEGRETARIO NAZIONALE


martedì 18 novembre 2008

SABINA GUZZANTI A SARZANA

Sabina Guzzanti incontra gli studenti a Sarzana, mercoledì 19 novembre alle ore 14.30 presso il palazzetto dell'hockey (ex mercato) in piazza delle Corriere.

Un'incontro promosso dai Giovani Democratici della Val di Magra su: scuola pubblica, nuova classe dirigente, mobilità sociale.

NON POTETE MANCARE!

sabato 1 novembre 2008

REFERENDUM ANTI GELMINI

E' giunto il momento di aprire un pò di dibattito su questo blog, quindi inizierei da qualcosa che mi sta particolarmente a cuore in questo momento.

Cosa pensate del referendum anti gelmini (chiamiamolo così) lanciato recentemente da Walter Veltroni?

lasciate i vostri commenti.

venerdì 31 ottobre 2008

Lettera di Andrea Orlando

Prot. n. 066/AO
Roma, 30 ottobre 2008

Alla cortese attenzione dei Candidati alle primarie del 21 novembre
Alla cortese attenzione delle Comitato Promotore Regionale
Alla cortese attenzione dei Segretari e organizzatori Regionali
Alla cortese attenzione dei Segretari e organizzatori Provinciali
e pc. Alla cortese attenzione delle Comitato Promotore Nazionale
Carissimi,
nella riunione del 16 Ottobre si è concordato che le primarie per le elezioni degli organismi dirigenti dei giovani democratici si terranno il venerdì 21 Novembre 2008.A tale scopo, e per la buona riuscita di queste primarie, vi chiediamo di offrire la massima collaborazione ai Comitati Promotori Regionali ed ai Comitati Promotori Provinciali.Nello specifico dovreste prestare una particolare attenzione a:
- Fornire dei gazebo da usare come seggi ovvero aiutare i CPR ed i CPP al reperimento dei gazebo o di strutture alternative ove installare i seggi;

- Fornire delle urne ove possibile, ed aiutare i CPR ed i CPP al reperimento delle urne;

- Fornire informazioni su dove e come stampare le schede e il materiale necessario alla costituzione del seggio, che verranno inviate in formato pdf ai CPR;

- Fornire delle bandiere del PD da esporre fuori al seggio;
Organizzare d’accordo con i circoli più prossimi ai seggi una collaborazione anche decidendo degli orari ulteriori di apertura e chiusura dei circoli per fornire un appoggio logistico adeguato anche per la custodia delle urne durante la notte di chiusura nei giorni di votazione.

- L’apertura dei seggi avverrà alle ore 9.00, la chiusura alle ore 23.00. L’ubicazione dei seggi e il loro numero sarà determinato entro martedì 4 Novembre dai CPR che lo comunicheranno al Dipartimento organizzazione ed al CPN.

- Tutti coloro che potranno esercitare il voto sulla base dei requisiti previsti dal regolamento, dovranno recarsi, nelle ore di apertura, al seggio territoriale più prossimo alle loro residenze esibendo un documento di riconoscimento oppure, la dove sia stato istituito, presso il seggio dell’università alla quale sono iscritti. In tal caso dovranno attestare la regolare iscrizione all’anno accademico.

- I CPR sentiti i CPP dovranno istituire uno o più seggi mobili per consentire il voto dei disabili gravi, questi ultimi potranno richiedere, nelle ore di apertura, di potere esercitare il loro diritto previa verifica dei requisiti. Quanto sopra è necessario per poterne dare una rapida e trasparente comunicazione sia sul sito del partito che ai mezzi d’informazione.

Certi di un vostro positivo riscontro vi auguriamo buon lavoro.
Ringraziandovi anticipatamente per tutto quanto potrete fare, vi invio i miei cordiali saluti

Andrea Orlando

lunedì 27 ottobre 2008

Intervento su cittadellaspezia.com

PD dei giovani: anche una buona quota di loro era a Roma

Interventi di Brando Benifei e Damiano Lorenzini

Grande partecipazione dei Giovani Democratici della Liguria alla manifestazione del 25 ottobre a Roma, con ben due striscioni e con delle magliette autoprodotte con una frase tratta dal film I Cento Passi, per esprimere la loro vicinanza alle vittime della criminalità organizzata e a Roberto Saviano. I liguri hanno sfilato in uno spezzone di corteo aperto da un automezzo trasformato in palco musicale itinerante, insieme a tanti altri giovani di tutta Italia che come loro saranno impegnati venerdì 21 novembre nelle primarie costitutive dei Giovani Democratici. Inizialmente previste per metà ottobre, sono state rimandate per permettere una maggiore conoscenza dell'evento a tutti i giovani italiani, che sono invitati a candidarsi e partecipare. Tutte le informazioni su www.giovanidemocratici.org e scrivendo alla mail giovanidemocraticisp@gmail.com. Sono anche attivi i gruppi Facebook Giovani Democratici La Spezia e Giovani Democratici Liguria.Molto attivo il PD dei giovani anche in Val di Magra, ecco l'intervento di Daniamo lorenzini, coordinatore locale:I provvedimenti annunciati dal Governo sul tema scuola hanno provocato in tutto il territorio nazionale la mobilitazione studentesca con occupazioni,scioperi ed iniziative di protesta.La proliferazione in queste settimane di manifestazioni in tutto il territorio nazionale ha visto migliaia di ragazze e ragazzi respingere fermamente le scelte operate dalla riforma Gelmini; un coinvolgimento sentito e radicato come non vedevamo da anni dovrà necessariamente indurre questo Governo ad una riflessione critica circa il suo operato. La vasta mobilitazione in tutto il territorio nazionale non poteva che interessare anche la nostra provincia. Gli studenti degli istituti superiori, da giorni impegnati nel divulgare i contenuti della riforma, hanno partecipato numerosi alla manifestazione svoltasi nella giornata di ieri dimostrando come la nostra provincia voglia intensificare quel sentimento di disapprovazione nazionale. Il Dl Tremonti, convertito nella legge 133/08, apporta un taglio trasversale e inadeguato all’intero sistema universitario; occorrerebbe invece operare attraverso un monitoraggio attento che si rifletta su ambiti specifici del contesto universitario stesso. Il provvedimento prevede, inoltre, la trasformazione delle università in fondazioni di diritto privato, scelta che, ricadrebbe pesantemente sull’offerta formativa universitaria: i corsi dell’area umanistica non verrebbero finanziati in quanto interesserebbero relativamente ad una università intesa brutalmente come “bacino di reclutamento aziendale”.Il meccanismo del turn-over al 20%, una assunzione ogni cinque pensionamenti, non favorirà l’inserimento dei lavoratori precari di cui invece le università dovrebbero farsi carico attraverso forme di anticipo delle competenze: strumento rispondente agli standard europei.Le tasse universitarie salirebbero vertiginosamente per due sostanziali motivazioni: da una parte l’ingresso di soggetti privati, dall’altra, la cattiva gestione aziendale porterà gli atenei ad aumentarne senza freno l’ammontare.L’università italiana è in condizioni difficili, sia in termini politico-istituzionali sia in termini economici, è nostra convinzione che nell’affrontare un progetto di riforma occorra partire da un confronto di largo respiro con tutte le componenti interessate, che comprenda il fondamentale ruolo sociale dell’università fondata sulla natura pubblica.
I Giovani Democratici Val di Magra si schierano al fianco degli studenti che in queste settimane hanno manifestato il loro dissenso ed intendono continuare ad essere portatori di un messaggio politico chiaro, che deve necessariamente partire da una giovanile che si propone di essere il punto di riferimento di ragazze e ragazzi. Visitate il nostro sito gdvaldimagra.blogspot.com e scriveteci all’indirizzo gdvaldimagra@libero.it.
Damiano Lorenzini

venerdì 24 ottobre 2008

MANIFESTAZIONE A ROMA

Traghetti, treni e pullman: l'Italia si mobilita verso la grande manifestazione del 25 Ottobre ed anche i giovani della Val di Magra saranno presenti con un'ottima delegazione...con entusiasmo...tutti a Roma!!!

mercoledì 22 ottobre 2008

COMUNICATO

Risposta all'intervento di Giampedrone (Coordinatore Provinciale dei Giovani per la Liberta'- Forza Italia)
Fonte: cittadellaspezia.com

Parlare di “rigurgiti sessantottini” e di fenomeni minoritari vuol dire ignorare come dalle piazze italiane emerga una disapprovazione radicata in tutta la società civile: il messaggio degli studenti, dei ricercatori precari e dei docenti non deve essere ignorato e tanto meno strumentalizzato dalla maggioranza di governo.
I giovani democratici, vicini al “popolo universitario”, intendono avviare una serie di iniziative atte a manifestare tutto il loro dissenso nei confronti di una manovra che distrugge l’istruzione e l’università pubblica.

Damiano Lorenzini
Portavoce dei Giovani Democratici Val di Magra

giovedì 16 ottobre 2008

Interviene il Responsabile Nazionale Organizzazione

PD: Orlando, "Il 21 Novembre le Primarie dei giovani"

“Io e Dario Franceschini abbiamo incontrato i candidati alla carica di segretario dei giovani democratici. Con loro si è concordato che le elezioni per la scelta degli organismi e, appunto, per il segretario si terranno venerdì 21 novembre; i seggi saranno aperti alle ore 8.00 e chiuderanno alle 23.00”.E’ quanto dichiara Andrea Orlando, responsabile Organizzazione del Pd e incaricato dal coordinamento nazionale di seguire il processo costitutivo dell’organizzazione giovanile del Partito democratico.“Ogni giovane tra i 14 e i 29 anni – prosegue l’esponente democratico – potrà partecipare alla costituzione dell’organizzazione giovanile del PD, votando presso il seggio più vicino alla propria residenza sul territorio o presso il luogo di studio là dove sia stato istituito un apposito seggio”.“Tutti i candidati – conclude Orlando – hanno condiviso questo percorso e le modalità operative che saranno diffuse con una apposita nota a tutte le nostre strutture territoriali”.

Fonte: giovanidemocratici.org

mercoledì 15 ottobre 2008

A VOSTRA DISPOSIZIONE

Per informazioni sull'organizzazione delle primarie, sui candidati e sul progetto di costruzione delle giovanile non esitate ad inviare ogni vostra domanda all'indirizzo qui sotto indicato:
gdvaldimagra@libero.it
Grazie.

martedì 14 ottobre 2008

LA SITUAZIONE NAZIONALE

Dopo l'ufficiale rinvio delle elezioni(17-18 Ottobre), permangono all'interno della compagine riformista non poche perplessità in merito alla gestione della giovanile e del turno elettorale.
Non c'è una convergenza limpida sulle date di svolgimento delle elezioni primarie e tanto meno sulla ripartizione territoriale dei seggi per cio che corcerne l'Assemblea Nazionale e Regionale.
La Val di Magra invita il PD ed il CPN ad individuare al più presto una linea d'orietamento comune ed avviare cosi il confronto politico con i giovani e con la società civile.

Il Portavoce dei Giovani Democratici Val di Magra
Damiano Lorenzini

sabato 11 ottobre 2008

COMUNICATO UFFICIALE PD

GIOVANI PD: I QUATTRO CANDIDATI CHIEDONO RINVIO
I quattro candidati alle primarie dei giovani del Partito Democratico, Salvatore Bruno, Giulia Innocenzi, Dario Marini e Fausto Raciti, dopo aver incontrato il vicesegretario del PD, Dario Franceschini, hanno concordemente formalizzato la richiesta al partito di rinviare le primarie ad una data entro il mese di novembre, al fine di garantire la massima partecipazione alle primarie stesse.Franceschini ha informato i quattro candidati che porterà la loro proposta alla riunione del coordinamento nazionale del PD di martedì prossimo.

Nota ufficio stampa Partito Democratico

venerdì 10 ottobre 2008

ELEZIONI PRIMARIE - GIOVANILE DEMOCRATICA

Nei giorni 17 e 18 Ottobre si terranno le elezioni primarie della Giovanile Democratica per eleggere il segretario nazionale ed i componenti dell'Assemblea Nazionale e Regionale.
Tutti i ragazzi aventi età compresa tra i 16 e i 29 anni potranno esprimere il loro voto nei seggi disclocati in tutto il terriorio nazionale.

La giovanile della Val di Magra attiva a Sarzana i seguenti seggi:

Seggio fisso - P.zza Matteotti (14.00-20.00)

Seggio mobile - P.zza Luni(20.00-24.00)
Seggio mobile - P.zza Ricchetti - Liceo Parentucelli - Istituto Arzelà(07.00-13.30)

Gli orari di cui sopra potranno subire variazioni.

giovedì 9 ottobre 2008

mercoledì 8 ottobre 2008

Università pubblica: ancora per molto?

Legge 133/08(ex “decreto Tremonti”)

Il provvedimento:

1- Finanziamento all’istruzione universitaria ridotto pesantemente nei prossimi 5 anni

2- Assunzione di 1 dipendente per 5 che vanno in pensione

3- Gli Atenei potranno divenire fondazioni private in virtù della riduzione dell’intervento statale sia in termini economici sia “organizzativi”

…le conseguenze:

1- Blocco dell’attività didattica in diversi corsi di laurea in quanto “scoperti” da personale

2- L’aumento delle tasse: con l’avvento delle fondazioni private quest’ultime potranno variarne l’ammontare liberamente

3- Forti riduzioni sul piano della ricerca

In molti Atenei italiani studenti, ricercatori precari, personale tecnico-amministrativo precario e sindacati hanno, in questi giorni, portato avanti con coesione e solidarietà una vera e propria battaglia contro questa manovra dando vita a incontri e manifestazioni.
Dalle piazze e dalle aule universitarie è arrivato un segnale coeso, radicato e democratico: occorre fermare subito questa legge per non privatizzare le Università, per non renderle “aziende” ma luoghi di cultura e formazione nei quali tutti possano ottenere lodevoli risultati.

I Giovani della Val di Magra comprendono l’importanza della mobilitazione studentesca nazionale e sperano in un “contagio” ancor più diffuso in tutto il paese e si impegneranno affinché quel sentimento di “disapprovazione civile” si radichi anche nel nostro territorio.
Cogliamo inoltre l’occasione per invitare il PD ad assumere un atteggiamento più attento in merito all'attuale “questione universitaria”.


Il Portavoce dei Giovani Democratici Val di Magra
Damiano Lorenzini

martedì 7 ottobre 2008

Intervento del candidato Damiano Lorenzini per l'incarico di portavoce dei Giovani Democratici Val di Magra

Il processo di formazione della giovanile democratica sta entrando nel vivo e con la scelta del segretario nazionale e dei componenti dell’assemblea nazionale e regionale ci doteremo dello scheletro organizzativo di cui abbiamo bisogno.

Una nuova forza giovanile rappresenta una sfida che deve vedere protagonisti tutti gli under trenta che si riconoscono nel Partito Democratico e nelle sue idee.
Una giovanile che sia in grado sia dal punto di vista organizzativo che politico di avvicinare quanti più ragazzi possibile, vivendo insieme a loro passioni, speranze e aspettative per un futuro migliore.
Dovremo incentivare il dibattito politico tra i giovani promuovendo feste e iniziative, rappresentare per loro un punto di riferimento, uno spazio libero di espressione delle loro esigenze e competenze. Focalizziamo la nostra attenzione su tematiche “forti” , portiamo sul tavolo del dibattito questioni legate al precariato, alla scuola, all’ambiente, al vivere civile e all’inclusione sociale ed affrontiamole con un linguaggio semplice, incisivo e concreto. Abbiamo bisogno di una nuova cultura democratica, solo con questa potremmo combattere due problemi dilaganti nei giovani d’oggi: l’antipolitica e il qualunquismo.
Un'organizzazione politica giovanile ha il compito fondamentale di sviluppare un ragionare politico: occorre indurre i nostri coetanei a interrogarsi in maniera seria sui problemi sociali che gli stanno attorno, e comprendere come queste situazioni possano essere superate.

La questione dell’istruzione è di grande attualità: il numero ragazzi rom e extracomunitari nelle scuola è letteralmente raddoppiato negli ultimi due anni e questo creerà inevitabilmente problemi di inclusione sociale anche a causa delle recenti misure di governo che riducono i maestri di sostegno.
Dovremmo farci carico di sensibilizzare tutti su un'altra fondamentale questione, quella del lavoro precario, che non consente ad un ragazzo di rendersi indipendente in quanto svolge una professione della quale non ha certezza per il futuro.
Sarà importante formare i giovani e le amministrazioni locali con una nuova mentalità ambientalista che porti avanti questioni legate al largo impiego di fonti rinnovabili.

Dobbiamo inoltre chiederci perché nel 2006 un ragazzo torinese portatore di handicap veniva picchiato in classe dai compagni i quali riprendevano fieramente la scena con un telefonino e perché a Viterbo 4 ragazzi sottoposero un coetaneo ad un violento rito di iniziazione.
E come giustifichiamo che nel giro di pochi giorni a Castelvolturno 6 ragazzi di colore hanno perso la vita dopo un agguato da parte del clan dei Casalesi ed a Milano un ragazzino afroitaliano è stato massacrato a colpi di sprangate da due commercianti.
Di ieri, invece, è la notizia che un uomo cinese di 36 anni è finito al policlinico di Tor Vergata a Roma dopo essere stato insultato, accerchiato e picchiato a sangue dalla stessa baby gang che ha aggredito due uomini originari della Costa d'Avorio, di 30 e 24 anni, chiamandoli "sporchi negri".
Episodi come questi non devono passare inosservati, è per questo che vanno portati all’attenzione di tutti, favoriamo quello spirito critico necessario a sensibilizzare i nostri coetanei, scacciando facili e semplicistiche prese di posizione.

Anche dal nostro territorio, come da tutti i circoli nazionali, deve arrivare un segnale forte. La scelta di creare un gruppo di giovani della Valdimagra mi trova molto favorevole, trovo che sia importante costituire un soggetto unico per due ragioni: in primo luogo creiamo una forza politica rilevante nello schema provinciale, inoltre, favoriamo l’ingresso di giovani provenienti da tutti i comuni della vallata e questo accadrebbe per la prima volta.

Sarà nostro compito creare un gruppo di lavoro compatto, portando alla ribalta espressioni, volti e personalità che possano incarnare il vero spirito del giovane democratico.
Un gruppo che sappia lavorare con dedizione e intelligenza politica all’organizzazione di incontri, manifestazioni ed eventi che consentano ai nostri giovani di far emergere le loro capacità e coltivare le loro passioni.
Per tutte queste ragioni io mi candido a Portavoce dei giovani della ValdiMagra, perché credo in questo nuovo progetto, e credo in quelli che ne diventeranno protagonisti e, come me, sapranno comprendere il nostro difficile obbiettivo: avvicinare i giovani alla politica sviluppando in loro un modo di pensare che sia cosciente delle difficoltà che ruotano attorno ad essi, nella speranza che il loro apporto di entusiasmo e freschezza possa andare a vantaggio di tutti.

Concludo il mio intervento facendo mia la parte conclusiva del Manifesto Fondativo dei Giovani Democratici:

“Facendo incontrare cuore e mente, idee e progetti, passione e realtà. Chiediamo alle nuove generazioni che abitano il presente di mettersi in gioco, di essere generazione di governo, di scrivere un pezzo importante di storia della nostra comunità, di rifiutare il nulla, il poco e il menopeggio. Di scegliere il coraggio, la partecipazione, il confronto. Di essere, insieme a noi, coloro che cambiano l’Italia. Di essere insieme a noi, Generazione Democratica.”

lunedì 6 ottobre 2008

Eletto il primo portavoce della Giovanile Val di Magra

Si tratta di Damiano Lorenzini, 19 anni, studente in Amministrazione Pubblica ed Economia di mercato a Pisa. Dopo questa prima formalità si è aperta la discussione sulle prossime elezioni per il segretario nazionale dell'organizzazione e per tutti gli altri livelli di rappresentanza. A breve nuova riunione per definire candidature e modalità di svolgimento delle elezioni.

CHIUNQUE SIA INTERESSATO PUO' CONTATTARCI ALL'INDIRIZZO MAIL: gdvaldimagra@libero.it

A PRESTO

martedì 30 settembre 2008

Assemblea fondativa Giovanile Democratica Val di Magra

Venerdi 3 Ottobre '08
Ore 18

Presso la sala ARCI (Via Landinelli 88)
Sarzana

Programma dell'assemblea:

Ore 18.00: inizio assemblea fondativa - dibattito
Ore 19.30: elezione del portavoce
Ore 20.00: cena gratuita equo-solidale

Ore 21: incontro con:
Maria Coscia (responsabile nazionale scuola Pd)
Lorenzo Cimino (segretario CGIL La Spezia)
Sonia Carletti (preside I.T.G "Cardarelli")



Regolamento per le Primarie della Costituente dell’Organizzazione Giovanile del Partito Democratico

Art. 1 Costituzione dell’organizzazione giovanile del PD

1. L’organizzazione giovanile del PD si costituisce mediante elezioni primarie aperte a tutti i giovani di età compresa tra i 14 e i 29 anni che sottoscrivono l’Appello per l’Organizzazione Giovanile del Partito Democratico, nel proprio territorio di appartenenza.
2. I partecipanti alle primarie, al momento del voto, versano la cifra di 1€ quale contributo all’autofinanziamento per lo svolgimento delle stesse.
3. Le elezioni primarie si terranno su tutto il territorio nazionale, il 17 e 18 ottobre.4.I seggi rimarranno aperti dalle 10 alle 18 il 17 ottobre e dalle 14 alle 24 il 18 ottobre, fatto salvo per seggi speciali individuati in accordo con il CPR.

Art. 2 Il “Manifesto fondativo”

Il “Manifesto Fondativo” dell’organizzazione giovanile del PD, nello spirito della più ampia partecipazione, viene elaborato dal Tavolo Nazionale entro il 28 di settembre e rappresenta la base per la discussione politica nelle Assemblee Fondative Territoriali.

Art 3 Il Comitato Promotore Nazionale (CPN)

Il Comitato Promotore Nazionale coordina la fase costituente dell’organizzazione giovanile del PD. E’ convocato e presieduto da un dirigente del partito incaricato dal segretario politico.Il CPN:• Predispone la bozza di “Manifesto Fondativo”, lo inoltra ai Comitati promotori Regionali e Provinciali e ne cura la pubblicità e la più ampia diffusione fino alle Assemblee Fondative Territoriali.
• Predispone la Bozza di Statuto Nazionale che sarà emendata e approvata dall’Assemblea Costituente Nazionale
• Raccoglie le candidature a Segretario Nazionale ai sensi dell’art 6 comma 1 del regolamento
• Nomina i Comitati Promotori Regionali, composto ognuno da 5 a 15 componenti.
• In base al numero di componenti dell’Assemblea Nazionale stabilito all’art. 10 comma 1 del regolamento assegna ad ogni Provincia, in base ad un riparto Regionale, il numero loro spettante di delegati in ragione, per il 50% in base alla popolazione di ogni regione e per il restane 50% delle percentuali prese dal PD nelle elezioni della Camera dei Deputati in ogni singola regione.
• Decade al momento dell’elezione della presidenza dell’assemblea Nazionale.

Art 4 Il Comitato Promotore Regionale (CPR)

Il Comitato Promotore Regionale coordina lo svolgimento delle elezioni primarie dell’organizzazione in ciascuna regione.Il CPR:
• Nomina i Comitati Promotori Provinciali composto ognuno tra i 5 e i 15 componenti.
• Nomina il collegio regionale dei garanti composto da 3 componenti.
• Svolge le funzioni di Presidenza dell’Assemblea Costituente Regionale.
• Decade al momento dell’elezione dell’assemblea Nazionale e Regionale.

Art 5 Il Comitato Promotore Provinciale (CPP)

Il Comitato Promotore Provinciale coordina la fase costituente dell’organizzazione in ciascuna provincia.Il CPP:
• Coordina le primarie nel proprio territorio, garantendone il regolare svolgimento.• Individua e gestisce l’apertura dei seggi elettorali. Per l’apertura di un seggio il CPP assicura, preventivamente, la presenza di un presidente e di minimo due scrutatori. Il numero dei seggi non potrò essere inferiore alla metà dei delegati assegnati ad ogni provincia.
• Assicura la massima partecipazione alle Assemblee Fondative Territoriali o d’Ambiente ed il regolare svolgimento delle stesse. Accoglie le dichiarazioni di intenti o gli ordini del giorno presentati, discussi nelle Assemblee Fondative Territoriali o d’Ambiente.
•Istruisce la presentazione degli stessi nelle Assemblee Regionali.
•Decade al momento della convocazione dell’assemblea nazionale.

Art 6 Candidatura a Segretario nazionale

1. La candidatura a Segretario nazionale deve essere presentata al CPN entro il 3 ottobre e deve essere corredata da almeno 600 firme in non meno di 5 regioni e almeno 50 in ognuna di esse raccolte su moduli nazionali scaricabili dal sito del Pd. Ciascun candidato, oltre a sottoscrivere il manifesto dell’organizzazione, è tenuto a presentare un proprio documento politico d’intenti.
2. Il segretario Nazionale è eletto mediante elezioni Primarie aperte a tutti i giovani tra i 14 e i 29 anni lo stesso giorno delle elezioni per i delegati all’Assemblea Nazionale e Regionale.

Art 7 Assemblee fondative, territoriali o di ambiente

1. Per favorire la più diffusa partecipazione possibile alle elezioni primarie e per stimolare la più ampia ed approfondita discussione politica sono organizzate Assemblee Fondative di carattere Territoriale o di Ambiente.
2. In tutte le Assemblee Fondative Territoriali o di Ambiente devono essere previste sedute di discussione e sul Manifesto Fondativo e sui documenti politici.
3. Le Assemblee Fondative Territoriali o di Ambiente si terranno tra il 4 e il 15 ottobre e saranno promosse dai CPP.4. I nomi dei partecipanti verranno registrati in un apposito elenco dei partecipanti.

Art 8 Elezioni dei delegati all’Assemblea Nazionale.

1. Tutti i partecipanti alle Elezioni Primarie, previo il pagamento di 1 € e la sottoscrizione dell’Appello acquisiscono il titolo di fondatori dell’organizzazione giovanile del PD.
2. I dati dei partecipanti verranno registrati in un apposito albo degli aderenti.
3. Sarà cura della Presidenza del Seggio e riportare i risultati della discussione delle votazioni al CPP, nonché l’elenco dei partecipanti.
4. I delegati all’Assemblea Nazionale si eleggono con una lista unica aperta e la preferenza singola di genere. Ogni candidato può presentare la propria candidatura al CPP entro i tre giorni precedenti il giorno delle votazioni presentando un minimo di 30 firme. Ogni persona può firmare a sostegno di una singola candidatura.
5. Nel locale del seggio devono essere esposte le liste dei candidati e delle candidate a delegato.
6. Sarà cura del Presidente del seggio riportare al CPP i risultati delle votazioni.
7. Il CPP, d’intesa con il CPR e seguendo la normativa del CPN, prevede all’interno del territorio provinciale, l’ubicazione dei seggi che concorreranno alla elezione dei delegati all’Assemblea Costituente Nazionale. Per favorire la più diffusa partecipazione possibile alle Primarie tali luoghi dovranno essere luoghi di massima visibilità e presenza giovanile ( piazze, luoghi di studio, ecc…)

Art 9 Elezioni dei delegati all’Assemblea Regionale

1. Nello stesso giorno e negli stessi luoghi delle elezioni dei delegati all’Assemblea Nazionale avvengono le elezioni dei delegati all’Assemblea Regionale.
2. I delegati all’Assemblea Regionale si eleggono con una lista unica aperta e la preferenza singola di genere. Ogni candidato può presentare la propria candidatura al CPP entro i tre giorni precedenti il giorno delle votazioni presentando un minimo di 15 firme. Ogni persona può firmare a sostegno di una singola candidatura.
3. Nelle vicinanze del seggio devono essere esposte le liste dei candidati e delle candidate a delegato.

Art 10 L’assemblea nazionale

L’assemblea nazionale è composta da 1000 membri eletti in rappresentanza delle diverse realtà regionali.
• Proclama Segretario Nazionale il candidato che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti, espressi in maniera libera e segreta.
• Qualora il documento presentato dal candidato non fosse approvato nella modalità suddetta si provvederà all’elezione del Segretario nazionale con voto segreto di tutti i costituenti nazionali.• Emenda ed approva il Manifesto Fondativo.
• Elegge la direzione nazionale.
• Vota nome e simbolo dell’organizzazione.
• Approva lo statuto ( vedi partito!)
• Definisce il percorso di costruzione dei livelli territoriali.
• Convoca il primo congresso dell’organizzazione giovanile.
• Compie tutti gli adempimenti che l’assemblea stessa riterrà opportuno e svolge tutte le funzioni che gli saranno delegate dallo statuto nazionale.

Art 11 L’Assemblea Regionale

L’assemblea regionale è composta un numero di membri eletti in rappresentanza delle diverse realtà provinciali
• E’ l’organo di coordinamento e direzione politica dell’organizzazione giovanile all’interno del territorio regionale.

Art 12 Partecipazione on line

Il “Manifesto fondativo” sarà pubblicato on line su www.partitodemocratico.it i commenti,le osservazioni, le proposte di emendamento al manifesto raccolte via internet, saranno oggetto di discussione delle assemblee Fondative.

Art 13 Norme transitorie

1. Gli eletti di ciascuna provincia in assemblea regionale e nazionale hanno funzione di coordinamento politico fino a elezione degli organi territoriali;
2. L’ assemblea Regionale viene convocata per la prima volta dal CPR regionale;
3. Per quanto non previsto nel presente Regolamento si fa riferimento allo Statuto del PD e alle ulteriori deliberazioni del CPN che saranno emanate solamente ad integrazione del presente regolamento.
4. L’applicazione del presente regolamento è responsabilità del CPN che si costituirà in Ufficio Tecnico anche suddividendosi in commissioni al fine di garantire il corretto svolgimento del percorso costituente.

Pensare l'Europa, modernizzare l'Italia, vivere il mondo

Manifesto Fondativo dei Giovani democratici

Roma 6 settembre 2008

Il fine più chiaro è di inserirci nella vita politica del nostro paese, di migliorarvi i costumi e le idee, intendendone i segreti: ma non pensiamo di raggiungerlo con un' opera di pedagogisti e di predicatori: la nostra capacità di educare si esperimenta realisticamente in noi stessi; educando noi, avremo educato gli altri. P.Gobetti, La rivoluzione liberale
Per un nuovo “umanesimo” Europeo
Il sistema economico e ambientale del pianeta è da decenni caratterizzato da continui e repentini processi di trasformazione. Il superamento dello Stato-Nazione come esclusivo titolare della sovranità, l’ampliarsi della cifra di interdipendenza globale, l’accentuazione della competizione fra sistemi e macroaree territoriali, lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione, sono i tratti distintivi dell’odierno “spazio globale”. La frattura dell’alleanza tra Stato Mercato e Democrazia - e quindi tra politica ed economia - che aveva caratterizzato il progetto di prima modernità, pone allo schieramento riformista del XXI secolo nuove domande di libertà e di giustizia sociale. Un inedito ordine del mondo che necessita di più politica e che, invece, registra la sempre maggiore difficoltà da parte di essa di porsi all’altezza del livello attuale dello sviluppo delle forze produttive, della circolazione e dei consumi ovvero, la sempre maggiore distanza progettuale fra una economia cosmopolita e globale e una politica nazionale (o peggio) regionale, micro-territoriale e localistica. La guerra al terrorismo, a otto anni dalla sua dichiarazione, ha prodotto qualche effimero successo e numerose tragedie. La destabilizzazione di un’area del pianeta che va da Marrachech a Jakarta, i sanguinosi pantani di Afghanistan e Iraq sino al mai risolto dramma israelo-palestinese, mostrano con tutta evidenza il fallimento della strategia del solo hard power e la necessità di un rinnovato impegno nella politica del dialogo. Sul versante europeo l’Unione vive forse la crisi più grave della sua storia. Compressa tra le aspirazioni neo-isolazioniste di alcuni paesi membri e l’incapacità di mostrarsi compiutamente attore globale, paga dazio alla crisi economica e rischia di arenarsi come progetto culturale, prima che economico. Ad est, nuove e pericolose tensioni attraversano quello che fu il blocco sovietico e rischiano di innescare una nuova devastante corsa agli armamenti mentre, ad oriente, un nuovo continente cresce a ritmo triplo rispetto al resto del mondo e si appresta a costruire dopo cinquecento anni un nuovo impero. Lo stato climatico del nostro pianeta ci pone di fronte all’ipotesi non più remota di scenari molto vicini ad una catastrofe ambientale senza ritorno. Abbiamo il dovere di lasciare alle future generazioni un mondo ancora vivibile, e se possibile più vivibile del nostro: affrancato dalla dipendenza dal petrolio e dai combustibili fossili; in quanto basato su un’organizzazione energetica razionalizzata e imperniata sulla diffusione capillare, a rete, delle fonti rinnovabili; affrancato dall’ideologia della crescita illimitata dei consumi, che ha come rovescio l’emergenza rifiuti, per la gran parte non riciclati né smaltiti. Esiste, “il 50 per cento delle probabilità che le future generazioni non vedano l’inizio del nuovo secolo”. Le nuove generazioni hanno il dovere di puntare sulla dimensione ambientale come volano di sviluppo per fare delle caratteristiche naturali di un paese, della bellezza dei territori, della qualità nel settore agroalimentare, delle aree protette un punto di forza della sua economia. Investire risorse nell’ambiente significa credere nell’innovazione, dare attuazione a nuove tecnologie a sempre minor impatto, diffondere un’idea di progresso che possa vedere attori tutte le parti sociali e i cittadini di ogni livello socio-economico e culturale. Quella energetica, è una sfida tutta aperta e tutta da vincere, che le giovani generazioni nella loro naturale spinta al cambiamento, non possono non affrontare.La globalizzazione con il movimento sempre più rapido delle merci, dei capitali e dei saperi, sta sviluppando con progressiva intensità consistenti flussi migratori di persone – in qualche modo simmetrici agli imponenti fenomeni di delocalizzazione dell’industria - in cerca di lavoro o semplicemente di una speranza di vita migliore.Ciò che pone a sua volta inedite esigenze di cittadinanza, integrazione e partecipazione democratica a livello globale e locale.Tutto questo, riassumibile con l’immagine di nuove e poderose masse umane che si affacciano sulla soglia della storia e del progresso, impone una riflessione generale e seria sul futuro del pianeta, sulla sostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, ma anche sulla natura stessa e sulla qualità e il valore della democrazia occidentale.A tali dinamiche “strutturali” si aggiunge un processo imponente di mutazione globale delle identità e delle culture. I singoli individui e le comunità sono infatti oggi immersi in un flusso comunicativo continuo, in cui si muovono costantemente come “attori” passivi e attivi di un complesso sistema mediatico, veicolo delle visioni del mondo e talvolta di bisogni indotti, che ha marginalizzato i tradizionali vettori di conoscenza e formazione di “senso comune”: i giornali, i libri, ma addirittura anche l’educazione familiare, sociale e scolastica. Nella cosiddetta “società dello spettacolo” la maggior parte di noi è esposto a continue sollecitazioni fin dalla più giovane età, quando ancora i personali strumenti cognitivi e interpretativi sono in via di costruzione, ponendo inediti compiti per la famiglia, per le tradizionali politiche scolastiche, e per nuove politiche di formazione lungo tutto l’arco della vita a contrasto dell’analfabetismo recidivo e di ritorno. La posta in gioco è la competenza critica dei cittadini, garanti ultimi di un corretto funzionamento della democrazia. Per la complessità e la delicatezza di questi scenari è necessario potenziare e costruire, sin dentro le opinioni pubbliche euro-atlantiche, il consenso sul ruolo dei soggetti pubblici sopranazionali. Il progetto politico e costituzionale dell’Unione Europea è la priorità politica e culturale degli innovatori del XXI secolo. Nel solco della nuova Europa, seminato a Lisbona, dovrà crescere ed affermarsi una intera generazione di italiani. È nello spirito dell’Europa, infatti, nelle sue ragioni e nei suoi valori, che risiedono gran parte delle ragioni dell’impegno politico delle ragazze e dei ragazzi italiani; quella generazione che, a partire dalla specificità dell’esperienza dei soggiorni di studio Erasmus, dimostra di essere quella più direttamente coinvolta dall’incidenza della prospettiva comunitaria nella formazione di un idem sentire e di una comunanza di valori tra i popoli d’Europa: la pace giusta come costante esercizio politico fra i conflitti, il rispetto dei diritti umani e civili, la libertà di circolazione di idee e persone, il mercato concepito come uno spazio di libertà e di intrapresa a cui presidiano regole certe e salde, il lavoro come tratto fondamentale della cittadinanza e perciò in grado di liberarsi dalle tante forme di precarietà, la sussidiarietà verticale e orizzontale rispettosa della libera iniziativa e dell’aspirazione delle comunità locali all’autogoverno, l’euro e la sua forza di moneta globale. La nostra è la generazione del multilateralismo, del dialogo tra i popoli e le religioni, della corrispondenza tra la costruzione della pace e la realizzazione della giustizia. Per questo le straordinarie mobilitazioni per la pace e per una globalizzazione più giusta, hanno segnato il momento di prima socializzazione politica di migliaia di giovani italiani. Anche da quella forza e da quell’entusiasmo è necessario trarre continuo alimento per la futura vita di una grande organizzazione progressista.
Per una nuova e diversa idea della modernizzazione nazionale
I problemi dei giovani italiani sono quelli di un intero paese che deve imparare a tornare a guardare con maggiore fiducia al futuro. Le incognite con le quali essi si confrontano, sono quelle della transizione a una prospettiva di sviluppo fondata sul principio di qualità e di apertura, che possa coniugare maggiori possibilità di mobilità con un’ampia gamma di opportunità e di tutela e renda possibile l’avvio e il perseguimento, per ciascuno, di un autonomo cammino familiare e professionale. La questione generazionale in Italia non può essere declinata solo su basi vertenziali. Essa è, infatti, oggi più che mai questione che riguarda la sostenibilità di un equilibrio politico, economico, sociale.La democrazia italiana, sbocciata dalle macerie della dittatura fascista, si avviò dal primo dopoguerra e per oltre un quarto di secolo, su di un sentiero di sviluppo sostenuto, recuperando in poco tempo una parte importante del ritardo che la divideva dai paesi con più elevati livelli di benessere economico. Lo sviluppo, pur connotato da tensioni sociali e conflitti distributivi, beneficiò di diversi fattori, endogeni ed esogeni, che consentirono di conseguire fortissimi guadagni in termini di produttività del sistema economico e di conseguenza, un innalzamento complessivo della qualità della vita e della diffusione della ricchezza. La crescita dell’economia, di durata e intensità del tutto nuove per il nostro paese, fu accompagnata da un innalzamento progressivo del livello d’istruzione della popolazione, che combinato efficacemente con lo stato delle conoscenze tecnologiche, determinò l’inclusione di nuove forze lavoratrici e contribuì alla modernizzazione della società, consentendo la tenuta della democrazia anche nei momenti in cui più forte e violento si levò dalla follia terrorista l’attacco al cuore dello Stato.
Istruzione
Dai primi anni Novanta, la semplificazione della mobilità di beni e capitali finanziari, l’avvento delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le biotecnologie, le tecnologie dei materiali sottili, sono intervenute a mutare radicalmente le caratteristiche dello sviluppo economico a livello globale. Esse disegnano nuove gerarchie, rivoluzionano i processi produttivi, modificano in modo sostanziale - soprattutto nei paesi avanzati - le caratteristiche dell’input di lavoro domandato dalle imprese, la struttura dei consumi, la tipologia e il contenuto tecnologico delle produzioni. Tali trasformazioni hanno gradualmente reso determinante la capacità di un paese di accrescere e migliorare continuamente il livello di istruzione della sua popolazione. Questo motore della crescita civile ed economica riveste una capitale rilevanza nelle fasi di progresso tecnico come quello odierno; l’acquisizione di un livello avanzato di conoscenze è, infatti, condizione essenziale perché un sistema possa innovarsi adattando le sue strutture produttive al nuovo paradigma tecnologico; ma i benefici derivanti dall’innalzamento complessivo del tasso d’istruzione non possono misurarsi con soli parametri econometrici. Il “capitale sociale” - definito come l’insieme delle istituzioni, delle norme sociali di fiducia e reciprocità nelle reti di relazioni formali e informali che favoriscono l’azione collettiva e costituiscono una risorsa per la creazione di benessere - è uno straordinario fattore di sviluppo sociale prima che economico. L’istruzione allenta i vincoli economici e culturali che legano gli individui al proprio ambiente di origine, costituisce il principale strumento di liberazione dall’eredità familiare o geografica in capo alla nascita, aumenta democraticamente le probabilità che i più capaci e meritevoli accedano a funzioni di governo o della pubblica amministrazione, dell’impresa e della politica. La conoscenza è un bene comune non mercificabile, ed è la base della cittadinanza democratica. Implementarne lo spazio, la qualità, il perimetro è il compito dei modernizzatori del nuovo secolo. Il diritto di accesso ad essa, la libertà di scelta tra le offerte formative, l’abolizione di qualunque barriera formale e sostanziale che possa limitare il libero sviluppo della capacità umane, critiche e sociali di ciascun giovane del nostro Paese è l’obiettivo primario che un’organizzazione giovanile è chiamata a promuovere. E’ necessario andare oltre la migliore sintesi fra i diversi sistemi d’istruzione europei che, sin dall’inizio del Processo di Bologna del ’99, hanno affrontato i temi della conoscenza. Per garantire un alto profilo individuale e la mobilità studentesca oggi è prioritario non pensare soltanto all’uniformità dei sistemi di formazione, ma aver chiaro che la vera sfida sia garantire la possibilità a ciascuno di esprimere le proprie capacità senza doversi scontrare con le differenti legislazioni europee sul tema dell’accesso. Le politiche di formazione devono, in definitiva, mirare ad una cultura diffusa che promuova una crescita educativa integrale di cittadini attivi e responsabili, facendo leva sull’unità profonda tra sapere e saper fare, intelligenza umana e acquisizione di competenze: così da dare a tutti una piena autonomia di movimento nella complessità della società sapendo controllare se stessi in rapporto agli altri e alla pluralità dei linguaggi contemporanei.
Innovazione
L’Italia è un paese che complessivamente genera e produce poca innovazione; ma l’innovazione è stimolata ed alimentata da un’organizzazione sociale ad essa preesistente. Il livello d’istruzione, la facilità di circolazione delle conoscenze, una fiscalità di favore per gli investimenti innovativi, una politica scolastica attenta ai talenti, una meritocrazia diffusa e riconosciuta, una maggiore libertà nelle relazioni interpersonali, un welfare che offra protezione “nel lavoro” e non solo “del posto” di lavoro, sono le condizioni preliminari perché una società generi e ne alimenti la fiamma. Le tare del sistema Italia si riproducono oramai da anni e si annidano nell’economia, nella struttura sociale e nei meccanismi della governance. Il made in Italy, quell’alchimia di artigianato e creatività che per anni ha fatto la fortuna del paese, rischia in assenza di avvedute politiche innovative, di trasformarsi in pochi anni da fiore all’occhiello di un’economia dinamica e creativa a fattore determinante dell’espulsione dell’Italia dal ciclo tecnologico. Investire in nuove tecnologie, nuovi processi e prodotti industriali, semplificare la burocrazia per le imprese, favorire e sostenere l’imprenditoria giovanile e femminile, in particolare nel Mezzogiorno, sono gli ingredienti necessari per una ricetta “generazionale” del rilancio economico. Il settore pubblico poi, non potrà non confrontarsi con nuovi criteri di organizzazione e regolazione del mercato, con innovativi sistemi di produzione di beni e valori pubblici, materiali (le linee ferroviarie e viarie, le scuole, le reti Tlc) e immateriali (il funzionamento della giustizia, la celerità della pubblica amministrazione, l’umanità della esecuzione penale). Il sostegno e la garanzia delle pari opportunità per i suoi cittadini, la promozione dei diritti civili, la difesa dei più deboli e di coloro che non possiedono autonomi e dignitosi mezzi di sostentamento: sono questi i pilastri su cui ergere l’edificio del futuro. Modernizzare una nazione per un’organizzazione giovanile democratica e riformista non può significare soltanto rimodellare il suo sistema produttivo a guisa del nuovo paradigma tecnologico. Significa anche (e soprattutto) attrezzarla alle sfide del presente perché possieda gli strumenti di analisi e di azione necessari per affrontare il nuovo secolo.
Risanamento
Se tuttavia un intervento complessivo sulla competitività del Sistema - paese è fortemente legato all’innalzamento dell’alfabetizzazione superiore e della sua qualità da un lato, e alla riorganizzazione delle produzioni e degli strumenti di governance dall’altro, non si può eludere il nodo dell’intervento necessario sulle determinanti strutturali della spesa. Nessun disegno generazionale di rilancio può affermarsi senza una riconduzione su valori accettabili e sostenibili della dinamica del debito pubblico. La necessaria compressione delle spese di funzionamento dell’amministrazione di Stato ed enti locali - per essere virtuosa e non esclusivamente “punitiva” - dovrà fondarsi su nuovi e più stringenti criteri di valutazione dei risultati. Un rovesciamento della piramide degli incentivi che introduca reali meccanismi di premialità, per la burocrazia come per le università, gli enti di ricerca, le articolazioni periferiche dello stato, persino le regioni e gli enti locali, contribuirebbe ad un tempo a ridurre i costi e a potenziare l’efficienza complessiva delle pubbliche amministrazioni. È accanto a queste priorità riassumibili nel polinomio istruzione della popolazione – innovazione delle produzioni e dei processi produttivi – risanamento economico, che altre due esigenze per la piena soddisfazione di un disegno “generazionale” del rilancio del paese prendono corpo: la riorganizzazione del sistema previdenziale e la riduzione della precarietà nel mercato del lavoro.
Welfare e pensioni
L’Italia si appresta a divenire la nazione più vecchia e longeva del mondo e che questo avrà un effetto decisivo sulla struttura produttiva, sociale e di conseguenza previdenziale.La spesa pensionistica in Italia è pari al 15,4 per cento del prodotto interno lordo. L’uscita dalle forze lavoro è massima in corrispondenza dei requisiti minimi di pensione, attestati dopo i processi di riforma a 60 anni di età. Si tratta di una dinamica insostenibile per qualsiasi paese avanzato. Da decenni il dibattito sulle politiche sociali sembra incentrato quasi esclusivamente sul sistema previdenziale e mai su altre forme di spesa sociale quali il sostegno alle famiglie, ai giovani studenti o ai giovani lavoratori. Per questo essa necessita oggi di un’ulteriore estensione poiché gli indici di struttura e quelli del ricambio demografico testimoniano quanto il processo di invecchiamento della popolazione italiana sia duraturo ed avanzato.Il rapporto tra il potenziale di lavoro giovane (20-39) anni e quello più anziano (20-59 anni) tenderà a deteriorarsi rapidamente dalla attuale parità a 2 giovani ogni 3 anziani, mentre il ricambio tra generazioni in procinto di entrare nella fascia di età lavorativa e quelle in procinto di uscirne sarà in progressiva riduzione. In assenza pertanto di consistenti flussi migratori, la popolazione italiana è destinata ad avvitarsi in un processo in cui l’unico aggregato in posizione numerica attiva sarà quello della popolazione anziana; ma una popolazione che vede ridursi nel tempo non solo la sua consistenza progressiva ma anche sistematicamente quella dei suoi sub-aggregati economicamente e demograficamente più produttivi, rischia di impoverirsi irrimediabilmente e definitivamente. Il benessere raggiunto non può essere considerato come un dato acquisito o irreversibile. Ciò richiede una grande nuova consapevolezza da parte di una generazione chiamata a farsi carico direttamente di un problema non più rinviabile.
Lavoro
Il precariato generalizzato e diffuso è un inaccettabile svilimento della dignità delle persone e del lavoro, che riparato dietro l’illusorio usbergo della riduzione dei costi mortifica le professionalità, le aspirazioni personali e quelle individuali. Sostenere la bandiera della “civiltà del lavoro”, significa costruire strumenti adeguati a proteggere il lavoratore nel suo percorso professionale, che seppure frammentato e rivoluzionato dai nuovi cicli di produzione, non può restare senza protezione in balia delle sole nude regole del mercato. A pagare il prezzo più alto anche in questo caso sono le giovani generazioni. Esse, in particolare la componente femminile, appaiono nel mercato del lavoro italiano tanti piccoli giunchi esposti ad un monsone. La riduzione della segmentazione del mercato, stabilendo regole più uniformi e in base alle quali il rapporto di lavoro acquisisca stabilità col passare del tempo, è richiesto da motivi di equità in via primaria, ma è anche sorretto da solide ragioni di efficienza. La battaglia per un lavoro sicuro, dignitoso, commisurato alle professionalità e alle competenze di tutti e di ciascuno è il primo dei diritti di cittadinanza cui aspirare, terreno essenziale per lo sviluppo della creatività e della personalità. Una battaglia che una nuova generazione di democratiche e democratici dovrà intestarsi con determinazione e passione.
Concorrenza ed equità
L’intensificazione della concorrenza, l’ampliamento per l’esplicarsi dei meccanismi di mercato sono i restanti ingredienti di una matura e consapevole ricetta “generazionale” per il paese; essi sono, ancora una volta, necessari al rilancio produttivo e complementari a scelte di equità. In un’economia come quella italiana, nella cui storia è tristemente ricorrente il privilegio di pochi fondato sulla protezione dello Stato, la concorrenza costituisce un agente di giustizia sociale. Essa regolata e corretta da regole semplici, chiare e applicate è il grimaldello più autentico per scardinare quel poderoso grumo di interessi corporativi che in molti campi asfissia la nazione. L’Italia ha bisogno di mercato, di concorrenza, di legittima contendibilità degli spazi privati e persino di alcuni spazi pubblici. Una generazione di progressisti ha il suo nemico nel privilegio e non nel mercato, nella chiusura corporativa e familistica e non nella competizione. Se presidiato da una governance proattiva e coraggiosa, improntata alla realizzazione di pari condizioni nell’intrapresa di iniziativa economica, all’equità e alla giustizia sociale, il mercato resta un poderoso strumento di estensione del benessere e dei diritti individuali, un patrimonio da difendere e da tutelare dalla continua aggressione culturale e politica del pensiero reazionario, nazionalista e protezionista.
Nuovi diritti
Una forza giovanile e progressista che guarda al futuro ha come obiettivo primario l’ampliamento di diritti, libertà e garanzie per la persona – il singolo come soggetto portatore di diritti –, valvola di conquiste sociali e collettive. La persona umana va tutelata, nella sua integrità, indipendentemente dal suo essere cittadino, ma anzi con l’obiettivo di una nuova inclusività che sia slegata da nascita, sangue, cultura, cittadinanza. Una forma di individualismo generoso che concepisce la società come luogo degli individui, con un’inversione del percorso tradizionale che conduceva dalla comunità al singolo. Maggiori garanzie per i detenuti, con l’incremento delle misure alternative al carcere a vantaggio di sanzioni alternative; libertà religiosa, riconoscimento delle confessioni presenti in Italia e sviluppo del sistema delle Intese; promozione di un sistema di norme che non equipari il migrante a mera forza lavoro, riforma del concetto di cittadinanza e voto amministrativo agli immigrati; riforma della normativa sui diritti del consumatore/utente e tutela della privacy; e diritti del malato; politiche di sostegno alla genitorialità; garanzia della libertà negli orientamenti sessuali. Molte di questi battaglie, oltre a permeare necessariamente una cultura politica di centro-sinistra riformista, possono contare su una forte capacità evocativa, in grado di sviluppare senso di appartenenza e desiderio di militanza, in tempi in cui assistiamo spesso al rischio di derive reazionarie, discriminatorie ed a regressioni addirittura razzistiche in segmenti della società e nelle pratiche politiche della destra.
Diritto al protagonismo
Il combinato disposto determinato dal binomio alto debito – bassa crescita non consente interventi di rilancio nazionale tarati esclusivamente sulla leva della fiscalità generale. Essa è importante, e fondamentale è l’azione di recupero degli introiti sottratti da evasione ed elusione; ma creare nuove opportunità di crescita economica in sintonia con la “questione generazionale” significa anche creare e propiziare spazi di protagonismo personale, civile e imprenditoriale. Negli ultimi trenta anni, in tutto il mondo occidentale si è assistito a uno spostamento in avanti dell’età alla quale i giovani fuoriescono dalla casa familiare definito come “posticipazione della transizione allo stato adulto”. L’Italia non a caso, si pone ai vertici di tale processo, distinguendosi per il tempo di permanenza dei figli nella famiglia d’origine. Nel resto dell’Unione europea solo un giovane su tre di età 18-34 vive con i genitori. Si sale invece in Italia a oltre il 60%, con una dinamica ancora più sconfortante per quello che riguarda le giovani donne. Tassi di attività e salari sensibilmente più bassi rispetto alla media degli altri paesi industrializzati, disoccupazione, sottoccupazione, precarietà del posto di lavoro a fronte di un welfare che fornisce scarsissima protezione sociale, sono le cause principali di tale ritardo. Un tale sistema che consente (se non addirittura favorisce) la permanenza dei giovani nella casa familiare è ancora una volta iniquo e inefficiente. È iniquo, perché affidando esclusivamente alla famiglia di origine i compiti di aiuto e sostegno svantaggia chi proviene da famiglie più povere, con uno status socio culturale più basso oltre che da famiglie monogenitoriali o ricostituite. Ciò deprime la mobilità sociale ed è funzionale alla riproduzione nel tempo delle disparità sociali di partenza. È inefficiente, perché mantenere una così elevata quota di giovani inattivi dal punto di vista lavorativo e riproduttivo, è un enorme spreco per la collettività, che reca pesanti ricadute sul dinamismo sociale, economico e culturale della nazione. Liberare una generazione significa costruire per essa la possibilità di progettare autonomi spazi di vita, di crescita, di socializzazione e di mobilità Immaginare il futuro significa anche e soprattutto costruire spazi per i più giovani, per la loro creatività, per il loro estro e il loro dinamismo. Nessuna società è mai cresciuta mortificando i suoi eredi, modernizzare il paese significa anche e soprattutto partire da qui. Dipende soltanto da noi, perché scegliendo l’impegno politico assumiamo la consapevolezza che nessuno spazio è concesso. Ma che per rinnovare bisogna essere migliori, più bravi e più forti di chi si intende sostituire alle leve del comando.
Per una nuova cultura politica
Tanto l’economia quanto la società italiana si presentano complessivamente restie ad assecondare l’innovazione, sia che essa riguardi nuovi processi produttivi, nuove tecnologie e prodotti, sia che riguardi l’accesso delle donne e dei giovani al mercato del lavoro o alle professioni liberali. Eppure assecondare il progresso e la diffusione della conoscenza, la capacità di tutti di accedere al ruolo sociale che si desidera e che si merita, la parificazione delle condizioni di vita e di occupazione dei generi, sono i soli elementi che hanno apportato una qualche forma di dinamismo alle società evolute e l’unica strada per sottrarsi alla legge dei rendimenti decrescenti. Sui giovani riformisti di questo paese grava pertanto un onere pesante e meraviglioso. Costruire quell’organizzazione giovanile popolare, a vocazione europea e riformatrice, che abbia le dimensioni e la forza per proporre e sostenere un grande progetto generazionale per il rinnovamento del paese, una forza politica giovanile inedita per la storia e per la tradizione italiana, che possa essere da esempio anche oltre i nostri confini. Il Partito Democratico rappresenta la più grande innovazione politica europea. In esso la nostra generazione, ha dimostrato di credere fortemente. Oggi, a partire da una prospettiva generazionale, possiamo essere noi il pezzo di società italiana che più convintamene fa vivere e da corpo al progetto politico di aggregare i giovani italiani attorno al simbolo e ai valori del Partito Democratico. Per questo, noi, giovani democratiche e democratici, cittadini italiani o giovani immigrati, donne e uomini dell’Italia di domani, diamo vita alla più grande organizzazione politica giovanile italiana. Una grande organizzazione moderna, che sia il sogno e l’approdo che migliaia di ragazzi e ragazze perseguono da tempo. Un’organizzazione politica autonoma ed affiancata al partito Democratico, in cui finalmente ciascuno si senta a casa, e non ospite di una carovana perennemente in transizione. Un corpo ampio e solidale di iscritti, militanti, simpatizzanti, semplici sostenitori, che svolga, nell’interesse generale della nazione, la funzione di rappresentare i giovani italiani che credono nel progresso della civiltà e della scienza, nella ragione, nella pace tra gli uomini e le nazioni, nel valore del lavoro e nella sua difesa, nei diritti umani e civili, nella libertà, nella difesa degli ultimi, dei meritevoli, nella democrazia e nel mercato, nella costruzione di un mondo più equo ma anche e soprattutto più vivibile, da lasciare a chi verrà dopo. Costruire un mondo migliore è l’aspirazione primaria che nutre l’impegno politico: cambiare la realtà partendo dalla propria strada o dal proprio quartiere. Per questo costruiremo un’organizzazione forte e radicata, capace di essere presente dovunque, dalle scuole alle università, dai luoghi di lavoro a quelli della cultura, ci siano dei giovani cittadini pronti a impegnarsi per un ideale di progresso per i popoli e per gli uomini, nelle dinamiche e produttive città del nord, come nelle troppo spesso dimenticate terre del Mezzogiorno. L’Italia avrà ancora un posto tra i grandi della terra; per questo obiettivo, per il suo raggiungimento, perché questo contribuisca a favorire lo sviluppo delle nazioni, la pace tra i popoli, la diffusione del benessere e della democrazia, la sostenibilità ambientale ci diciamo giovani democratici e in nome di questi valori costruiremo protagonismo e spazi per una generazione intera. Una generazione che non ha mai votato sulla scheda nulla di diverso dall’Ulivo prima e dal Pd finalmente oggi, o che non sia ancora mai andata a votare, che non è mai stata iscritta ad un partito della prima Repubblica. Una generazione nata politicamente dopo il 1989 che oltre a sentirsi italiana si sente pienamente e consapevolmente europea e che in Europa trova il luogo naturale in cui manifestare la sua vitalità e il suo protagonismo; una generazione che vive la mobilità come condizione permanente della propria esistenza che declina i valori europei come consituency di una nuova identità generazionale e collettiva. Un nuovo grande soggetto “generazionale” dove la laicità possa essere la grammatica comune delle forze costituenti, la koiné minimale della convivenza, ma dove tutti e ciascuno vedano rispettati i propri orientamenti, le proprie convinzioni religiose, etiche, morali. I “tempi nuovi” preconizzati da Aldo Moro sono già in noi. Essi, tuttavia, necessitano di essere guidati; con le emozioni forti di chi sa sognare ad occhi aperti e con la concretezza che accetta la sfida di trasformare i sogni in realtà. La storia d’Italia è stata la storia dei giovani italiani. Dei giovani soldati morti armi in pugno a Cefalonia, come dei ragazzi che hanno animato le Brigate Partigiane. Dei “professorini” alla Costituente, delle giovani generazioni che hanno incarnato il movimento degli anni sessanta senza poi cedere alle tentazioni del terrorismo. Ma è anche quella di tanti ragazzi normali, di storie, destini e volti che nel vivere l’ogni giorno del nostro Paese, l’hanno fatto grande. Giorgio La Pira, nel ricordare il giovane assessore Nicola Pistelli, fece affiggere sui muri di Firenze un manifesto semplice con scritto “da un piccolo chicco di frumento cresceranno tante spighe di grano nuovo”. Oggi noi seminiamo quel chicco. Sul solco tracciato dai padri che hanno scritto la Costituzione e fondato la Repubblica. Oggi noi sfidiamo i ragazzi e le ragazze che vivono il presente ad essere all’altezza del passato per costruire un grande futuro. Facendo incontrare cuore e mente, idee e progetti, passione e realtà. Chiediamo alla nuove generazioni che abitano il presente di mettersi in gioco, di essere generazione di governo, di scrivere un pezzo importante di storia della nostra comunità, di rifiutare il nulla, il poco e il menopeggio.
Di scegliere il coraggio, la partecipazione, il confronto.
Di essere, insieme a noi, coloro che cambiano l’Italia.
Di essere insieme a noi, Generazione Democratica.